Racconti > Marco "nutria"

 

Sono partito con l’idea di fare 2 giorni di cammino per provare nuove attrezzature, mi sono trovato dopo 3 giorni a dover abbandonare la compagnia con la tristezza nel cuore.

 

Per me questo non era un Trekking Gucciniano, era solo una buona occasione per farmi una bella camminata e verificare un paio di aspetti tecnici. Non mi ero nemmeno posto il problema di chi sarebbero stati i compagni di viaggio e tantomeno se avrei o meno visto Guccini dato che non era quello il mio obiettivo.

 

Ma si sa, da cosa nasce cosa e, già in Piazza Maggiore era chiaro che non sarebbe stato cosi semplice…

 

Quella radunata in via Paolo Fabbri infatti non era una semplice accozzaglia di gente, ma un distillato di persone sulla stessa lunghezza d’onda che, dopo mesi di progettazioni varie, ha resistito fino in fondo presentandosi puntuale alla partenza. Sono bastati pochi chilometri per capirci e, già al portico di San Luca sembravamo tutti amici di vecchia data.

 

Camminare insieme è un collante incredibilmente rapido e in questo caso ha funzionato benissimo, complici la fatica, le risate e un percorso scelto abilmente tra natura e cultura.

 

Sta di fatto che alla stazione di Riola, dopo aver salutato tutti, mi sono allontanato con un mix di sentimenti, felice per ciò che avevo vissuto, dispiaciuto di non poter coronare l’impresa con l’arrivo dal Maestro (si, alla fine interessava anche a me conoscerlo,) triste per aver lasciato gente così splendida ma speranzoso per il loro successo.

E quando il giorno dopo guardavo i nuvoloni lontani che tormentavano l’Appennino, dentro di me esultavo: “ I Gucciniani ce l’hanno fatta!”

 

(Marco Sacchi)